La Coesione Sociale nell’Islam (parte 3 di 3): Musulmani e Non-Musulmani

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Descrizione: I mezzi con i quali si può ottenere una coesione in una società pluralistica con diverse fedi, possono portare ad attriti e ostilità.

  • Da Jamaal al-Din Zarabozo (© 2014 IslamReligion.com)
  • Pubblicato su 06 Oct 2014
  • Ultima modifica su 06 Oct 2014
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Un Musulmano faccia a faccia con un non-Musulmano

Societal-Cohesion-part-3.jpgOvviamente, la società non sarà composta solamente da musulmani. Inoltre, musulmani e non musulmani seguendo percorsi molto diversi. La vita di un musulmano ruota interamente attorno alla buona fede in Dio. L'atteggiamento di un musulmano verso gli altri è altresì determinato dall'atteggiamento degli altri verso Dio. Un musulmano non potrebbe di certo sentire una completa affinità e amore verso qualcuno che  volta le spalle a Dio, rifiuta di sottomettersi a Lui o deride la fede in Dio. Semplicemente, non è  naturale che esista un perfetto amore tra due persone in queste condizioni. Tuttavia, nonostante la presenza di questo eventuale sentimento negativo nel cuore, un musulmano deve trattare i non-musulmani sulla base dei giusti principi. Questo vale per tutti i non-musulmani, che in alcuni casi alcuni di loro non mostrano alcuna nemistanza nei confronti dei musulmani, mentre altri manifestano chiaramente il loro disprezzo e odio verso i musulmani.

Uno dei principi fondamentali di comportamento verso i non-belligeranti tra i non-musulmani si trova nel seguente versetto del Corano:

"Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione e che non vi hanno scacciato dalle vostre case, poiché Allah ama coloro che si comportano con equità" (Corano 60:8)

Un obbligo importante verso miscredenti è un trattamento adeguato e giusto. Questo è descritto da un noto studioso musulmano, lo Shaikh Ibn Baaz -che Iddio abbia di lui misericordia- che disse:

      "[Il musulmano] non può trattare male l'altra persona per rispetto della sua vita, del suo benessere o dell’onore, qualora il non-musulmano fosse un cittadino dello Stato islamico o avesse altre protezioni. Egli deve dare agli altri i loro diritti. Non può mancar di rispetto al suo benessere rubandolo, ingannandolo o truffandolo. Non può nuocerlo nel suo corpo picchiandolo o uccidendolo. La protezione dello Stato garantisce la sua sicurezza da tutto ciò".

Un musulmano può interagire con i non-musulmani, comprare, vendere o affittare da loro, per esempio. Anche a livello sociale, ci può essere interazione, come l'unione per pasti e simili. Tuttavia, tali interazioni hanno un limite, per natura, a causa di differenze nelle pratiche sociali e costumi. Forse si potrebbe dire che l’obiettivo principale del musulmano nei suoi rapporti con i non-musulmani è quello di portarli verso all'Islam, aprendo così la porta per un rapporto completo di amore e di fratellanza tra di loro. Anche quando il non musulmano si rivela antagonista e scortese, il musulmano sa che deve respingere il suo male con il bene. Dio dice:

"Non sono certo uguali la cattiva [azione] e quella buona. Replica con ciò che è migliore: colui dal quale ti divideva l'inimicizia, diventerà un amico affettuoso" (Corano 41:34)

In sintesi, come scrisse Ibn Baaz:

"È obbligatorio per i musulmani trattare coi miscredenti in maniera islamica, con un comportamento corretto, qualora non stessero combattendo i musulmani. Si deve realizzare la fiducia, non si deve trarli in inganno, non bisogna tradirli o mentire a loro. Se c'è una discussione o dibattito con loro, si deve discutere nel modo migliore ed essere equo con loro nella disputa. Questo è in obbedienza al comando di Dio:

"Dialogate con belle maniere con la gente della Scrittura (ebrei e cristiani), eccetto quelli di loro che sono ingiusti" (Corano 29:46)

E' un dovere per il musulmano invitarli al bene, consigliarli e di essere paziente con loro e allo stesso momento essergli amichevole e cortese. Questo è così perché Dio ha dichiarato:

"Chiama al sentiero del tuo Signore con la saggezza e la buona parola e discuti con loro nella maniera migliore" (Corano 16:125)

Dio disse pure: 

"…e dite il bene alla gente…" (Corano 2:83)

Un Musulmano faccia a faccia con l’intera Società.

Quando un musulmano accetta di vivere in una determinata società, egli è, fondamentalmente è come se facesse un patto che con quel paese di cui si atterrà alle sue leggi. Egli non ha il diritto di violare le leggi di quello stato semplicemente perché è un musulmano e lo Stato in cui vive non è uno Stato islamico. Così, tutti i principi di corretto comportamento che sono stati descritti in questo capitolo sono richiesti al musulmano ovunque esso viva. In molti paesi oggi, molte cose possono essere legali ma nel tempo stesso proibite al musulmano. Queste cose legali un musulmano dovrà semplicemente evitarle. Egli dovrà altrettanto esigere i suoi diritti legali per garantire il fatto di non essere costretto a compiere qualcosa di proibito nell'Islam. Nel complesso, comunque, dove essere tra i cittadini rispettosi della legge.

Oltre a ciò, occorre che il musulmano sia un plus per qualsiasi società in cui vive. Egli deve essere un cittadino modello. Come già descritto, dovrebbe essere un buon vicino di casa, incoraggiare ciò che è bene e prevenire il male ovunque esso risieda; deve evitare e contrastare ciò che la maggior parte delle società riconosce come i crimini più gravi, come l'omicidio, la rapina, l'estorsione e così via; deve inoltre appartare l'alcool o le droghe, e quindi non gravare la società nel suo complesso, con le sue debolezze personali e le dipendenze. Infine, deve essere giusto ed equo in tutti i suoi rapporti con gli altri membri della società.

L'Islam riconosce il naturale amore che un individuo prova per il suo paese d'origine e l'affinità per la terra in cui è cresciuto. Quando i musulmani, infatti, sono stati costretti a migrare da Mecca, a quei tempi sotto il controllo dei politeisti, molti di loro hanno manifestato il loro amore per la Mecca. Quindi, è naturale per i musulmani sviluppare un amore per qualsiasi paese nel quale si trovino, anche nel caso il paese non fosse uno Stato Islamico. È anche naturale per i musulmani desiderare ciò che è meglio per la loro patria. Ma, capita purtroppo che la loro idea su ciò che è migliore non può essere condivisa o apprezzata dagli altri. Ad esempio, i musulmani desidera la scomparsa del gioco d'azzardo, la prostituzione e la pornografia. I musulmani credono che questo è ciò che è meglio per tutte le persone, musulmani e non. Tuttavia, molti non musulmani non condividono questo sentimento. Qui sta il nocciolo del problema. In teoria, nelle società contemporanee "libere", questo non dovrebbe comunque comportare un problema. I musulmani dovrebbero essere in grado di mantenere i propri valori e costumi, senza comportare danno agli altri, sebbene quest'ultimi seguano la cultura dominante in terre non-musulmane. Se i paesi "liberi" non sono disposti a dare i musulmani più di tanto, vuol dire che non sono disposti a vivere secondo i propri ideali. I musulmani non cercano di causare loro del male, ma cercano semplicemente di essere buoni cittadini e vivere uno stile di vita diverso da quello della cultura dominante.

Conclusione

Anche nelle società pluralistiche, gli insegnamenti islamici contribuiscono alla coesione sociale. In primo luogo, l'ostacolo principale a tale coesione, il razzismo e il pregiudizio, viene rimosso. In secondo luogo, vien creato un forte amore e legame fra gli individui di fede islamica. In terzo luogo, ci sono istruzioni ben chiare e decisive per un comportamento corretto e buono indicati per il trattamento con gli individui al di fuori del legame di fede. In quarto luogo, il musulmano concepisce la propria responsabilità nei confronti di coloro che lo circondano e quindi contribuisce al bene di tutti, migliorando ulteriormente buoni sentimenti e di coesione all'interno della società.

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